Introduzione

Immaginate un bambino che fatica a scuola, mostra difficoltà di attenzione o ha problemi nelle interazioni sociali. Tradizionalmente, il percorso sarebbe stato chiaro: valutazione, diagnosi (ad esempio ADHD, autismo o dislessia) e intervento basato su quella specifica etichetta. Ma cosa succede se questo approccio non cattura pienamente la complessità dello sviluppo del bambino?

Due studi rivoluzionari pubblicati su Current Biology e Journal of Child Psychology and Psychiatry stanno sfidando questo paradigma, proponendo un approccio "transdiagnostico" che potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui comprendiamo e supportiamo i bambini con disturbi del neurosviluppo.


L'approccio transdiagnostico: oltre le etichette

Il concetto chiave dell'approccio transdiagnostico è guardare oltre le categorie diagnostiche tradizionali. Invece di chiedersi "Questo bambino ha l'ADHD o l'autismo?", l'attenzione si sposta su:

  1. Quali sono i punti di forza e di debolezza specifici di questo bambino?
  2. Come funziona il suo cervello in termini di connettività e organizzazione?
  3. Come interagiscono questi fattori con l'ambiente del bambino?

Questa prospettiva riconosce che i sintomi e le difficoltà spesso si sovrappongono tra diverse diagnosi e che ogni bambino è unico, indipendentemente dall'etichetta diagnostica.


Le scoperte chiave

 

  1. Profili cognitivi non corrispondenti alle diagnosi

Utilizzando tecniche avanzate di machine learning, i ricercatori hanno analizzato i dati cognitivi di quasi 500 bambini, identificando sei profili cognitivi distinti che non corrispondevano nettamente alle categorie diagnostiche tradizionali.

Questo significa che due bambini con la stessa diagnosi potrebbero avere profili di abilità molto diversi, mentre bambini con diagnosi diverse potrebbero avere sfide simili. Questa scoperta sottolinea l'importanza di una valutazione completa che vada oltre i criteri diagnostici standard, esaminando un ampio spettro di domini cognitivi.

  1. Complessità del legame cervello-cognizione

Gli studi hanno rivelato che non esiste una corrispondenza uno-a-uno tra strutture cerebrali e profili cognitivi. Lo stesso profilo cerebrale può manifestarsi in diversi profili cognitivi e viceversa.

Questa scoperta evidenzia l'importanza di non fare supposizioni basate su una singola valutazione o scansione cerebrale. È essenziale integrare diverse fonti di informazione nella valutazione e nel trattamento, riconoscendo la plasticità e la complessità del cervello in via di sviluppo.

  1. L'importanza dell'organizzazione cerebrale globale

Un elemento chiave emerso dalla ricerca è l'importanza dell'organizzazione complessiva delle connessioni cerebrali. I bambini con reti cerebrali organizzate attorno a "hub" centrali (aree del cervello altamente connesse) tendevano ad avere deficit cognitivi più lievi o specifici. Al contrario, una minore dipendenza da questi hub era associata a difficoltà più diffuse e severe.

Questo suggerisce che il modo in cui il cervello di un bambino è "cablato" può essere più importante di singole aree cerebrali per determinare le sue forze e debolezze. Apre inoltre nuove strade per interventi mirati a migliorare la connettività cerebrale globale, piuttosto che concentrarsi su singole regioni o funzioni.


Implicazioni pratiche

  1. Valutazione personalizzata

L'approccio transdiagnostico suggerisce di passare da una valutazione basata sui sintomi a una valutazione completa delle abilità cognitive, emotive e sociali del bambino. Questo potrebbe tradursi in test più lunghi e dettagliati, ma che forniscono un quadro più ricco e accurato delle capacità del bambino, permettendo di creare profili di apprendimento più dettagliati e utili sia in ambito clinico che educativo.

  1. Interventi su misura

Conoscendo il profilo cognitivo specifico di un bambino, è possibile sviluppare interventi personalizzati che si concentrano sui suoi punti di debolezza e sfruttano i suoi punti di forza. Questo approccio richiede strategie di apprendimento e supporto più mirate e efficaci, sia a casa che a scuola, e un approccio terapeutico più flessibile e creativo.

  1. Monitoraggio longitudinale

L'approccio transdiagnostico enfatizza l'importanza di monitorare lo sviluppo del bambino nel tempo, riconoscendo che i profili cognitivi e cerebrali possono cambiare. Questo sottolinea l'importanza di rivalutazioni regolari e di essere pronti ad adattare le strategie di supporto nel tempo, sia in ambito familiare che scolastico e clinico.


Sfide e opportunità future

Mentre l'approccio transdiagnostico offre molte promesse, presenta anche sfide significative:

  1. Formazione: I professionisti dovranno essere formati su nuovi metodi di valutazione e intervento.
  2. Sistemi sanitari ed educativi: Le attuali strutture, spesso basate su categorie diagnostiche, dovranno essere adattate.
  3. Ricerca: Sono necessari ulteriori studi per validare e affinare questo approccio, in particolare per comprendere come i profili cognitivi e cerebrali evolvono nel tempo.
  4. Comunicazione: Sarà cruciale trovare modi efficaci per comunicare questi concetti complessi a tutte le parti coinvolte.

Conclusione

L'approccio transdiagnostico ai disturbi del neurosviluppo rappresenta una vera rivoluzione nel modo in cui comprendiamo e supportiamo i bambini con difficoltà di sviluppo. Passando da categorie rigide a profili individuali, possiamo offrire un supporto più mirato ed efficace, aiutando ogni bambino a raggiungere il suo pieno potenziale.

Questa nuova prospettiva offre la speranza di una comprensione più profonda e di un supporto più efficace per i bambini con difficoltà, rappresentando al contempo una sfida stimolante per ripensare pratiche consolidate in ambito clinico ed educativo.

Mentre la ricerca in questo campo continua a evolversi, una cosa è chiara: ogni cervello è unico, e comprendere e sostenere questa unicità è la chiave per permettere a ogni bambino di fiorire, indipendentemente dalle sfide che potrebbe affrontare.


Video

Segui la presentazione in cui il professor Duncan E. Astle spiega queste scoperte

https://youtu.be/fwBTh6LUd5Q?si=du12CTASGWR-cRtY


Bibliografia

Astle, D. E., Holmes, J., Kievit, R., & Gathercole, S. E. (2022). Annual Research Review: The transdiagnostic revolution in neurodevelopmental disorders. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 63(4), 397-417. https://doi.org/10.1111/jcpp.13481

Siugzdaite, R., Bathelt, J., Holmes, J., & Astle, D. E. (2020). Transdiagnostic brain mapping in developmental disorders. Current Biology, 30(7), 1245-1257. https://doi.org/10.1016/j.cub.2020.01.078

 

 

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