Di dislessia se ne parla molto, anche troppo utilizzando il termine "Dislessia" a volte a sproposito. In questo articolo vedremo che cos'è la dislessia e come legge un soggetto con dislessia.

 

Che cosa significa dislessia?

Dislessia significa letteralmente “lettura compromessa” ed è un termine ombrello che raccoglie al suo interno diverse condizioni cliniche (Martin e Balconi, 2013).

Si possono distinguere principalmente una dislessia acquisita da una dislessia evolutiva.

Nella dislessia acquisita il soggetto in seguito ad un danno cerebrale perde l’utilizzo del processo di lettura, un processo che precedentemente funzionava adeguatamente.

Nella dislessia evolutiva il soggetto non riesce ad acquisire ed automatizzare il processo di lettura a fronte di un’intelligenza nella norma e di adeguate opportunità di apprendimento (Critchley, 1973).

In questo articolo approfondiremo la dislessia evolutiva.


Che cos’è la dislessia evolutiva?

La dislessia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che si caratterizza per una significativa lentezza e/o per la presenza di numerosi errori nella lettura.

In quanto disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) la dislessia evolutiva viene identificato come un disturbo del neurosviluppo. Ciò significa che ha cause neurobiologiche alcune di origine genetiche, come dimostrato dalla familiarità del disturbo che è presente in genitori e fratelli (es. Fisher e DeFries, 2002), altre dovute a complicazioni nella gravidanza e/o nella gestazione.

Inoltre, sempre perché un disturbo e non una difficoltà transitoria, il processo di lettura non riuscirà mai ad essere automatizzato ma richiederà una costante processazione attiva da parte del lettore.


Come legge un bambino dislessico?

Per capire come legge un bambino dislessico è necessario comprendere come funziona il normale processo di lettura (per approfondire leggi qui).

Uno tra i più accreditati modelli di lettura è il modello di lettura a due vie di Coltheart (es Coltheart et al., 1993). Secondo questo modello la parola percepita subisce un’analisi parallela da parte di due sistemi: la via fonologica e la via lessicale.

La via fonologica scompone le lettere (grafemi) in suoi (fonemi) per poi fonderli permettendone la lettura.

La via lessicale riconosce direttamente la parola come un’ unità e la ricerca all’interno del proprio dizionario recuperandone il significato e il suono.

Per alcuni bambini dislessici il problema principale risulta essere proprio l’utilizzo alla via lessicale, non riuscendo a recuperare dalla memoria la parola per intero, mentre per altri è l’uso della via fonologica ad essere problematico con difficoltà di denominazione rapida e fusione tra fonemi (oltre ad altre difficoltà metafonologiche).


Lo sviluppo delle abilità di lettura nel bambino dislessico

Come legge un dislessico

In figura: Parametri di lettura di normolettori e dislessici a confronto (Tressoldi, Stella e Fagella, 2001)

 

I bambini normolettori alla fine del primo anno di scuola primaria leggono in media 1.69 sillabe al secondo migliorando di circa 0.50 sillabe al secondo ogni anno (Cornoldi e Carretti, 2016).

Nel caso di un bambino dislessico la velocità con cui inizia a leggere è in media di 0.63 sillabe al secondo (Tressoldi, Stella e Fagella, 2011) migliorando tra le 0.30 e 0.50 sillabe al secondo ogni anno.

Risulta perciò evidente che anche i bambini dislessici migliorano la propria velocità di lettura senza tuttavia raggiungere la velocità dei normolettori.


Dislessia: che problema c’è?

Qualcuno potrebbe dire: ok, i bambini con dislessia leggono più lentamente. E allora?

Il fatto è che questa maggior lentezza della lettura è caratterizzata da uno sforzo cognitivo importante. Infatti i soggetti con dislessia risultano particolarmente stanchi dopo la lettura di un brano sia che abbiano 8 o 18 anni.

La mancanza di automatizzazione sottrae energie ai processi di comprensione ed elaborazione del testo, processi fondamentali per l’acquisizione di conoscenze e per lo studio.

Inoltre come dimostrano le ricerche di Toffalini, Giofrè e Cornoldi (2017) i soggetti con Dislessia presentano un profilo cognitivo diverso dai normolettori.

In particolare i bambini dislessici presentano una memoria di lavoro e una velocità di elaborazione significativamente inferiore rispetto ai bambini normolettori.

Questo vuol dire che non solo nei compiti di lettura ma in tutti i contesti di vista i soggetti con dislessia potrebbero fare fatica a ricordare più cose contemporaneamente e a riprendere il filo del discorso se interrotti.


Dislessia: cosa fare?

In presenza di un bambino con difficoltà di lettura la prima cosa da fare è richiedere una valutazione presso una struttura di neuropsichiatria infantile o presso un professionista privato.

Alla fine del percorso valutativo, se sussistono gli estremi, lo psicologo stilerà una diagnosi (per approfondire leggicome leggere una valutazione di DSA”).

È importante tenere a mente che la diagnosi di Dislessia può essere posta a partire dalla fine della classe seconda della scuola primaria.

Una volta ottenuta la diagnosi ci sono 3 cose da fare dopo la diagnosi: portare la certificazione a scuola per richiedere un Piano Didattico Personalizzato (PDP), intraprendere percorsi di trattamento per migliorare la lettura e frequentare doposcuola specializzati per apprendere come utilizzare al meglio strumenti e strategie compensative.


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Bibliografia

Coltheart, M., Curtis, B., Atkins, P. e Haller, M. (1993). Models of reading aloud: Dual-route and parallel-distributed-processing approaches. Psychological Review. 100 (4): 589–608.

Cornoldi, C. e Carretti, B. (2016). Prove MT-3 Clinica. La valutazione delle abilità di lettura e comprensione per la scuola primaria e secondaria di grado. Firenze: Giunti Psychometrics.

Critchley, M. (1973). The Dyslexic Child (2nd Edition). London, Heinemann.

Fisher, S.E. e DeFries, J.C. (2002). Developmental dyslexia: genetic dissection of a complex cognitive trait. Nature Reviews Neuroscience, Oct; 3(10): 767-80.

Martin, G N. e Balconi, M. (2013). Neuropsicologia Cognitiva. Milano-Torino: Pearson Italia.

Toffalini E., Giofrè, D. e Cornoldi, C. (2017). Strengths and Weaknesses in the Intellectual Profile of Different Subtypes of Specific Learning Disorder: A Study on 1,049 Diagnosed Children in Clinical Psychological Science Vol. 5 n. 2 pp. 402-409.

Tressoldi, P. E., Stella, G. e Faggella M.,(2001). The development of reading speed in Italians with dyslexia: a longitudinal study; in “Journal of Learning Disabilities”, 34, 5,2001, pp. 67-78


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