I bambini sono imprevedibili, si sa. Ti giri un attimo per mescolare il sugo e li ritrovi appesi al lampadario che imitano Tarzan. Ci sono alcuni comportamenti che però è possibile aspettarsi o interpretare in seguito ad una buona osservazione.
COMPRENDERE IL COMPORTAMENTO
Da una prospettiva cognitivo-comportamentale il comportamento degli individui è orientato al soddisfacimento di bisogni o al raggiungimento di mete ed è fortemente condizionato dalle aspettative che ognuno si fa, determinate a loro volta dalla storia degli apprendimenti dell’individuo.
Immaginiamo che un bambino voglia dei biscotti che sa essere nascosti nel ripiano più alto della credenza. Prima di prendere una sedia e salirci per raggiungere la sua meta, il bambino è simile ad un computer che stima le sue probabilità di successo basandosi sui dati che ha a disposizione: quella volta in cui doveva prendere una cosa in alto ed è caduto facendosi male, quella volta in cui si è arrampicato con successo su un albero, quella volta in cui la mamma è rientrata all’improvviso cogliendolo con le mani nel sacco… Sulla base di questa “analisi” il bambino deciderà o meno se tentare l’impresa.
Il comportamento è in questo senso un continuo tentativo di adattarsi all’ambiente e ai rinforzi che questo ha dato in passato. Per tale ragione il comportamento può essere compreso solo se inserito nella sua progressione temporale e funzionale: il perché del comportamento di un individuo risiede negli eventi antecedenti al comportamento stesso e al valore che questi hanno per l’individuo.
L’ ANALISI FUNZIONALE
Classe IIC di una scuola secondaria di primo grado. Giovanni ad un certo punto da un pugno in faccia a Matteo. La professoressa si infervora e lo manda dal preside il quale è stufo di avere a che fare con Giovanni perché è un ragazzino violento.
Ora, può essere che Giovanni abbia una scarsa gestione dell’aggressività, che abbia un temperamento difficile, che non abbia sufficienti abilità sociali… ma questo non spiega perché Giovanni abbia picchiato Matteo. Se fossimo stati presenti in classe, forse avremmo notato che prima che Giovanni tirasse un pugno a Matteo, quest’ultimo aveva passato a lui un bigliettino che riportava ipotesi non troppo lusinghiere sul mestiere di sua madre.
Ecco allora che il comportamento di Giovanni appare un po’ più chiaro. Proviamo a schematizzarlo qui sotto.
Antecedent (A) | Behavior (B) | Consequences (C) |
Matteo passa un biglietto a Giovanni. | Giovanni tira un pugno a Matteo. | La professoressa manda Giovanni dal preside. |
Questo schema rappresenta l’analisi funzionale del comportamento di Giovanni. Com’è evidente l’analisi non dà di per sé interpretazioni ma descrive il comportamento nel contesto.
Questo tipo di analisi diventa particolarmente utile in quelle situazioni in cui vogliamo ridurre determinati comportamenti problematici. Di Pietro (2013) propone alcune domande da farsi a riguardo:
- Quando il problema appare in forma più grave? E quando in forma meno grave?
- In che modo differiscono le situazioni sopracitate?
- Quali persone fanno parte di questo problema?
- Perché queste e non altre persone sono coinvolte nel problema?
- Che cosa fa scatenare il problema?
- Avviene qualcosa di positivo e/o di negativo per il soggetto subito dopo che ha emesso il comportamento negativo?
Quest’ultimo punto è particolarmente importante poiché, come già spiegato altrove, se la conseguenza del comportamento del soggetto sarà rinforzato questo aumenterà la sua probabilità di comparsa. Proviamo a vedere un altro esempio:
Antecedent (A) | Behavior (B) | Consequences (C) |
La maestra fa una domanda | Luigi alza la mano | La maestra lo ignora Luigi e dà la parola a Luisa |
La maestra ignora Luigi e dà la parola a Luisa | Luigi sbatte violentemente i libri a terra | La maestra sgrida Luigi |
In questa situazione possiamo vedere come il comportamento adeguato di interazione con la lezione non sia stato rinforzato, mentre venga posta attenzione al comportamento negativo di Luigi. Un’ipotesi funzionale di questo pattern di comportamenti potrebbe essere che l’insegnante rinforza i comportamenti negativi di Luigi dando loro attenzione mentre estingua quelli positivi non rinforzandoli.
In generale, le principali funzioni del comportamento possono essere così categorizzate:
- Fuga: risposta ad un evento, una persona specifica o specifiche richieste;
- Tangibile: risposta ad un’attività negata o quando viene portato via qualcosa di interesse per il soggetto;
- Attenzione: desiderio di attenzione da parte dei pari e degli adulti;
- Sensazioni: il comportamento dà piacere o soddisfa bisogni sensoriali.
Una volta definito il comportamento e osservate le interazioni da un punto di vista funzionale, descrivendo cioè il nesso tra A, B e C, sarà possibile modificarlo consapevolmente agendo sui possibili trigger della situazione antecedente (controllo dell’ambiente) oppure sui rinforzi contingenti nella situazione conseguente.