Nel 1986 il dott. John Gottman iniziò una serie di studi sull’amore con l’intento di rispondere a domande come “Perché il matrimonio certe volte è così difficile?” e “Come si può impedire che un matrimonio vada male o salvarne uno che è già fallito?”.
Per dare risposta a queste domande John Gottman istituì a Seattle un laboratorio (rinominato Love Lab) dotato di stanze simili a quelle di un albergo, all’interno del quale chiedeva alle coppie di trascorrere un giorno ed una notte, osservandone e registrandone le interazioni, misurando i livelli di attivazione fisiologica, e altri parametri.
Questo lavoro ha portato il dott. Gottman a riuscire a prevedere un divorzio con una precisione del 91% riuscendo a riconoscere alcuni fattori identificabili già all’interno di una discussione di 15 minuti. Vediamo dunque quali sono secondo le ricerche del dott. Gottman quali sono gli indizi che suggeriscono con alta probabilità un futuro divorzio facendo qualche esempio.
Un avvio difficile
Il modo in cui parte una discussione è altamente significativo di come andrà a finire. Quando una discussione comincia con critiche e sarcasmo, si dice che ha un avvio difficile e nel 96% delle volte ne predice la conclusione.
Mettiamo che Carla e Giovanni inizino a discutere perché quest’ultimo non ha portato fuori l’immondizia. Un avvio difficile potrebbe avvenire in questo modo.
Carla: Non hai ancora buttato l’immondizia?
Giovanni: No, me ne sono dimenticato.
Carla: Quando mai ti ricordi di qualcosa?
I quattro cavalieri dell’apocalisse
Una volta avviata la discussione le cose potrebbero certo risolversi per il meglio, ma non in presenza di certe particolari forme di interazioni negative. Quando ci sono loro, l’apocalisse è vicina: critica, disprezzo, atteggiamento difensivo e ostruzionismo.
Critica
Per critica, si intende qui una manifestazione di insoddisfazione verso una persona piuttosto che verso il suo comportamento. Mentre la lamentela si riferisce ad un’azione specifica, la critica è più globale, senza confini spazio-temporali.
Carla: sei il solito egoista. Io mi faccio il mazzo a casa e quando ti chiedo un piccolo aiuto non mi aiuti mai.
Una critica aggressiva, rivolta alla persona è una cosa certamente spiacevole ma può capitare a tutti di farne. Il problema è quando questa diventa una abitudine nelle interazioni.
Disprezzo
La svalutazione dell’altro attraverso il sarcasmo e il cinismo sono manifestazioni di disprezzo. Altre forme sono insultare, alzare gli occhi al cielo, umiliare e sfottere.
Gottman sostiene che il disprezzo è forse uno dei peggiori tra i cavalieri perché è velenoso e trasmette disgusto. È un sintomo che si è perso stima e rispetto per l’altro, componenti fondamentali per un matrimonio felice basato sull’amicizia.
Giovanni: certo che ho fatto un bell’affare a sposare una rompiballe come te...
Il disprezzo apre le porte ad una maggior tensione, a malattie infettive (per una diminuzione d’efficienza del sistema immunitario) e bellicosità, rabbia e aggressività.
Atteggiamento difensivo
Se può sembrare ovvio che chi viene “attaccato” si difenda, anche questa forma di interazione rappresenta un modo per rimproverare il proprio partner. Comunica “il problema non sono io, sei tu” e questo alimenta il conflitto.
Carla: cerco solo di tenere in ordine la casa invece che vivere in un immondezzaio...
Giovanni: quindi se portassi l’immondizia fuori domani sarebbe come vivere in un immondezzaio?
Ostruzionismo
Critiche e disprezzo portano l’altro a stare sulla difensiva o a reagire a sua volta con disprezzo. Quando questo ciclo di accuse arriva a saturazione può essere che uno dei due inizi a fare ostruzionismo o in altri termini “a chiamarsi fuori”. La persona alza un muro ignorando totalmente quello che dice l’altro aumentandone in genere la conflittualità
Carla: possibile ogni giorno la stessa storia? Puoi per una buona volta fare la tua parte in questa famiglia?
Giovanni: (silenzio)
Carla: Sto parlando con te, mi rispondi?
Soffocamento
Le interazioni negative comportano notevole stress per la persona che potrebbe non essere in grado di gestirlo e quindi cercare di abbassare tale attivazione (ad esempio con l’ostruzionismo). Quando uno dei due partner (o entrambi) inizia con la tiritera di critica e disprezzo, le sue parole possono diventare talmente emotivamente cariche da essere soffocanti.
Reazioni fisiologiche
Anche il corpo reagisce alle critiche e al disprezzo interpretando tale interazione come un pericolo. Il nostro cervello molto evoluto per certi versi, mantiene per altri una modalità di interpretazione e reazione simile a quella degli altri animali. Davanti alla minaccia si attiva un sistema di attacco, fuga o freezing.
Il soffocamento, al pari di altri eventi stressanti, porta ad un aumento del battito cardiaco e della sudorazione, alterando il sistema e rendendo di fatto difficile intavolare una discussione produttiva orientata alla risoluzione dei problemi.
Fallimento dei tentativi di riparazione
Tutte le coppie litigano, a volte anche in maniera concitata. Quello che però differisce nelle coppie felici è che quando si raggiunge un certo livello di conflittualità uno dei partner (o entrambi) mette in campo un tentativo di riparazione e l’altro lo accoglie. Le coppie felici hanno compreso l’importanza di disinnescare il conflitto.
Gottman descrive una coppia che stava discutendo sull’acquisto di un’auto. Ad un certo punto, quando i toni si erano alzati un po’ troppo, la moglie aveva messo le mani ai fianchi e tirato fuori la lingua, scimmiottando i capricci del figlio di 4 anni. Accortosi subito di cosa stesse per fare la moglie, anche il marito fece lo stesso ed entrambi scoppiarono a ridere.
I tentativi di riparazione servono ad allentare la tensione e possono utilizzare (il sano) umorismo oppure possono consistere nello scusarsi per aver esagerato. Nelle coppie dove però il rapporto è caratterizzato da una “prevalenza del sentimento negativo”, tali tentativi possono essere ignorati, non compresi o mal interpretati.
Brutti ricordi
Quando i quattro cavalieri sono diventati onnipresenti nelle interazioni danneggiando la comunicazione e il rapporto ha una prevalenza del sentimento negativo, tutto quello che fa il coniuge o ha fatto, viene deformato.
Le coppie felici, anche quelle in difficoltà, sono solite ricordare con affetto e tenerezza i primi incontri. Ricordano le emozioni che provavano nel vedersi, come hanno affrontato le avversità, l’ammirazione che provavano l’uno per l’altro.
Le coppie infelici, più probabilmente instradate verso un possibile divorzio, fanno fatica a ricordare gli aspetti positivi della loro relazione, reinterpretando anche memorie che all’epoca potevano essere piacevoli o divertenti, venendo ora connotate da negatività.
Il divorzio è assicurato?
Gottman riporta che le possibilità che un primo matrimonio finisca in un divorzio lungo un periodo di quarant’anni sono del 67% e metà di questi si avranno nei primi 7 anni.
Quando l’altro giorno ho riferito tale pronostico ad una mia collega mi ha detto che non sa se voleva saperlo. E in effetti è un dato scoraggiante. La buona notizia è però che è possibile intervenire per alimentare il proprio matrimonio e mantenerlo positivo.
Consiglio a tutte le coppie che desiderano agire in questo senso, la lettura di Intelligenza emotiva per la coppia nel quale il dott. Gottman condivide i suoi 7 principi per far funzionare un matrimonio.
Bibliografia
Gottman J. e Silver N. (2013). Intelligenza emotiva per la coppia. Trad. it. Sergio Mancini . RCS Libri S.p.A. Milano (ed. orig. Seven Principles for making marriage work, Hamony book, New York 1999).