Come farsi rispettare dagli altri? Google è piena di domande (query) di questo tipo. Come farsi rispettare dai figli? Come farsi rispettare dai genitori? Come farsi rispettare dai compagni? Come farsi rispettare dal datore di lavoro, dai colleghi, dagli amici, dai conoscenti, dal proprio cane? Le persone vogliono scoprire come farsi rispettare dagli altri e in questo articolo scoprirai come fare grazie ad Abram Lincoln e a Ritorno al Futuro.
Perchè le persone rispettavano Abram Lincoln?
Pare che Abram Lincoln fosse un uomo molto rispettato. “Qui giace il più perfetto condottiero di uomini che la storia ricordi” disse il segretario di stato Stanton (Carnagie, 1938). Qual era il suo segreto?
Se pensiamo a persone rispettate potrebbero affiorare alla nostra mente immagini di potenti uomini di affari senza scrupoli o mafiosi in stile Gomorra, uomini contro cui nessuno alzerebbe un dito per paura delle conseguenze. Era questo il motivo del rispetto di cui godeva Lincol?
Pare proprio di no. Dopo una prima sprovveduta giovinezza in cui ha rischiato di perdere la vita in un duello a causa della sua avventatezza (ibidem), l’amato presidente americano è divenuto una persona a modo e composta. Le persone non rispettavano Lincoln per timore. E neppure il rispetto per Benjamin Franklin, Nelson Mandela, Ghandi e madre Teresa sembra mai esser stato dettato dal timore e dalla paura.
Forse il rispetto che è stato loro concesso è dipeso dalle imprese che hanno compiuto? Certo questi personaggi hanno fatto grandi cose, ma penso che il motivo per cui li si rispetti non derivi neppure dai risultati che hanno conseguito.
Pare invece che tutti loro (e tanti come loro) abbiano ottenuto rispetto per il modo in cui si comportavano con le altre persone, sia in pubblico che in privato. E, anche se forse nessuno di loro ha mai usato questa parola per descrivere il proprio comportamento, potremmo oggi dire che tutti loro erano assertivi.
Che cos’è l’assertività
L’assertività è la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni ed opinioni, senza prevaricare né essere prevaricati (Zardini e Baggio, 2013).
Lo Zingarelli (1986) definisce l’assertività come una qualità di chi è in grado di far valere le proprie opinioni e i propri diritti pur rispettando quelli degli altri, in accordo con il principio di reciprocità.
Il comportamento assertivo si esprime attraverso la capacità di utilizzare lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al conteso relazionale e all’obiettivo per cui ci si sta relazionando con l’interlocutore.
Il sinonimo di assertività può essere affermatività o efficacia personale mentre per trovare il contrario di assertività dobbiamo parlare di comportamenti aggressivi e passivi.
L’altro giorno mentre ragionavo su questi tipi di comportamenti con un paziente è venuto fuori il titolo di Ritorno al Futuro. Prendiamo quindi la nostra Delorian e da Lincoln passiamo a questo universo narrativo per capire cosa si intende con aggressività e passività.
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Vuoi farti rispettare? Non essere aggressivo.
Biff è un ottimo esempio di cosa voglia dire comportarsi in modo aggressivo: afferma i propri diritti violando quelli degli altri, esprime i propri pensieri e le proprie emozioni in modo disonesto, si esprime in modo offensivo umiliante e disprezzante e cerca di raggiungere i propri obiettivi a spese degli altri (come quando chiede a George di fargli i compiti o la relazione).
L’aggressività si esprime nell’uso di contenuti verbali imponendo (ti ho detto che…), pretendendo (devi assolutamente…), manipolando (non puoi…) e scaricando la responsabilità (è colpa tua se…). Il suo comportamento comunica che se la pensi diversamente da lui sei sbagli, sei uno stupido, non conta.
Riassumendo, una persona è aggressiva quando (Zardini e Baggio, 2013):
- Si impone lasciando poco spazio all’altro;
- Non ammette di aver sbagliato;
- Non è interessato e non rispetta bisogni, opinioni, desideri ed emozioni dell’altro;
- È ostile e imprevedibile.
La conseguenza del comportamento aggressivo non è affatto il rispetto. Le persone potranno avere paura di te ma alla prima occasione cercheranno un modo per abbatterti, tradirti. Il comportamento aggressivo alla lunga porta a isolamento sociale, senso di solitudine e uno stress costante.
Vuoi farti rispettare? Non essere passivo.
George è il candidato perfetto per rappresentare il comportamento passivo: si fa mettere i piedi in testa, trascura i propri bisogni, viola i propri diritti, subisce, sfugge alle responsabilità e si esprime in modo autosvalutante.
La passività si esprime nell’uso di contenuti verbali esitando (ma.. veramente..), deresponsabilizzandosi (non è merito mio) e svicolando (non so..). Il suo comportamento comunica che non conta niente, che è debole e che gli altri sono superiori.
Riassumendo, una persona è passiva quando (Zardini e Baggio, 2013):
- Non difende i propri diritti;
- Non esplicita i propri bisogni, opinioni, desideri, emozioni;
- Tende a subire;
- Ha un’elevata ansia sociale.
Come possiamo facilmente vedere in Ritorno al Futuro, il comportamento passivo non porta affatto al rispetto. Una persona potrebbe pensare che comportandosi in maniera accomodante e venendo sempre in contro alle esigenze degli altri questi la inizino ad apprezzare maggiormente, ma così non è. Il comportamento passivo nel lungo termine porta a una progressiva squalificazione personale, insoddisfazione relazionale e probabile comparsa di patologie fisiche psicosomatiche.
Vuoi farti rispettare? Sii assertivo.
E il personaggio assertivo di Ritorno al Futuro è… nessuno! Confidavo in Doc, ma non ha dimostrato di essere un buon esempio di assertività. Riprendiamo la Delorian e torniamo quindi a lui: Abram Lincoln!
1863, Battaglia di Gettysburg. A causa della piena del fiume, il generale Lee si trova braccato e facilmente attaccabile. Lincol invia un telegramma al generale Made ordinando di attaccarlo e lui… convoca invece il consiglio di guerra tergiversando e perdendo l’occasione di concludere la guerra.
In preda alla rabbia per l’occasione persa Lincoln scrisse una lettera piena di risentimento al generale Made. Ma il generale Made non ebbe mai modo di leggerla perché Lincoln decise di non inviarla. (Carnegie, 1938)
Lincoln si era reso conto che Made aveva le sue ragioni e le sue emozioni che l’hanno portato ad essere cauto. Lincoln non era sul campo di battaglia, per lui forse era molto facile risolvere semplicisticamente la questione, ma ha provato a mettersi nei panni del suo generale. A nulla sarebbe servita a quel punto l’aggressività della sua lettera.
Carnegie (1938, 2016) riconosce a Lincoln di aver dimostrato in più occasioni di saper affermare i propri diritti rispettando quelli dell’altro, di individuare soluzioni condivise e stabilire relazioni paritarie: ciò che si dice un comportamento assertivo.
La comunicazione verbale di una persona assertiva è caratterizzata da affermazioni come “io penso/io credo che” facendo passare il messaggio che riconosce che l’altro può avere un’opinione diversa dalla propria.
Possiamo dire che una persona è assertiva quando (Zardini e Baggio, 2013):
- Ha ben chiaro cosa desidera;
- Agisce per ottenerlo;
- Rispetta i diritti degli altri;
- Non si sente in colpa;
- Mantiene una buona opinione di sé anche quando non raggiunge ciò che desidera.
Le conseguenze del comportamento assertivo nel breve termine sono: una maggior chiarezza rispetto alle proprie esigenze, desideri e punti di vista ed una maggior fiducia negli altri. Nel lungo termine il comportamento assertivo favorisce la propria salute, rafforza la propria autostima e la fiducia in sé stessi e una maggior serenità.
Come diventare persone assertive?
Facendo una sintesi, per farsi rispettare dagli altri bisogna diventare delle persone assertive. Essere assertivi è “uno stile di vita, che non richiede di cambiare personalità, ma di scoprire il piacere di essere spontanei e naturali e insieme socialmente competenti” (Anchisi e Dessy, 2013).
Diventare persone assertive non è sempre facile, ci vuol allenamento e una vigile consapevolezza sul proprio comportamento. Benché sia possibile imparare l’assertività studiandola sui libri, leggendo articoli nei blog (qui ne troverai alcuni) e facendo pratica nella vita vera, il processo di apprendimento può essere facilitato da dei training di assertività.
E tu sei una persona più aggressiva, passiva o assertiva? Hai altri esempi di persone assertive e non assertive in film e serie TV? Scrivilo nei commenti!
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Bibliografia
Anchisi R. e Dessy M. G. (2013). Manuale di assertività. Teoria e pratica delle abilità relazionali: alla scoperya di sé e degli altri. Milano: FrancoAngeli.
Carnegie D. (1938, 2016). Come trattare gli altri e farseli amici. XLIX edizione Tascabili Bompiani
Zardini D e Baggio F. (2013). Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti. Milano: FrancoAngeli
Zingarelli, N. (1986). Vocabolario della lingua italiana. Bologna: Zanichelli, ad vocem.